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Retribuzione durante il periodo delle ferie

Sei un addetto alle operazioni di cassa e perciò percepisci l’indennità di maneggio denaro, oppure un macchinista che percepisce compensi correlati all’assenza dalla residenza. Se, in ragione delle particolari mansioni svolte, o dell’orario di lavoro prestato, ti vengono riconosciute dal CCNL di categoria oppure dalla contrattazione aziendale alcune specifiche indennità, incentivi o compensi, devi sapere che questi ti sono dovuti anche quando ti assenti dal servizio per fruire delle ferie. La Corte di cassazione ha infatti affermato che, durante la ferie, la retribuzione deve essere la stessa dei periodi di lavoro, diversamente si rischierebbe di dissuadere il lavoratore dal prendersi i periodi di riposo che per legge gli spettano. Vediamo perché. Le ferie Le ferie sono periodi di astensione retribuita dal lavoro, concessi a tutti i lavoratori nel corso dell’anno. In particolare, le ferie rappresentano un diritto irrinunciabile del dipendente, finalizzato a consentirgli il recupero delle energie psicofisiche e la realizzazione di attività ricreative personali e familiari. Il diritto alle ferie è infatti strettamente correlato al diritto alla salute e alla famiglia costituzionalmente garantiti. La durata minima delle ferie e fissata dalla legge in quattro settimane. I contratti collettivi di categoria possono tuttavia estendere tale periodo, ma non ridurlo. Salvo diversa previsione, le ferie devono essere godute per almeno due settimane nel corso dell’anno di maturazione e, per il residuo, nei 18 mesi successivi; essi inoltre non possono essere monetizzato, salvo che per il periodo eccedente le quattro settimane, oppure in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Le ferie, inoltre, devono essere fruite possibilmente in modo continuativo. Il relativo periodo di fruizione, che deve essere comunicato con congruo preavviso, viene deciso dal datore di lavoro, tenuto conto di un bilanciamento tra le esigenze aziendali e le necessità del dipendente. Le ferie maturano nel corso del rapporto di lavoro, compresi: il periodo di prova le frazioni di anno. i periodi di astensione obbligatoria per congedo di paternità o maternità i periodi di congedo matrimoniale infortunio sul lavoro malattia incarichi presso i seggi elettorali. Le ferie non maturano, invece, durante i periodi di: astensione facoltativa per maternità assenza per malattia dei figli aspettativa sindacale per cariche elettive servizio militare preavviso non lavorato sciopero cassa integrazione guadagni a zero La retribuzione Principale dovere del datore di lavoro è quello di corrispondere la retribuzione ai propri dipendenti. Ciò che caratterizza infatti ogni rapporto di lavoro come tale è l’esecuzione di una prestazione lavorativa, a fronte del pagamento dello stipendio. Diversamente, non si potrebbe parlare di rapporto di lavoro, ma di attività di volontariato. La misura della retribuzione è stabilita dai contratti collettivi di categoria, in ragione del settore produttivo cui appartiene l’azienda e in rapporto all’inquadramento contrattuale attribuito al lavoratore. La retribuzione è composta da una parte fissa, rappresentata da: paga base contingenza scatti di anzianità terzi elementi premi aziendali fissi ad personam Agli elementi fissi della retribuzione, si aggiungono altresì i c.d. elementi variabili, legati a particolari modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, oppure a condizioni che si possono verificare in particolari momenti, o periodi di tempo: si pensi ai compensi per lavoro straordinario, oppure all’indennità di trasferta, o ancora ai premi di produttività. Come vanno pagate le ferie? Durante i periodi di ferie il lavoratore ha diritto di ricevere la retribuzione normalmente percepita nel costo dei periodi di lavoro prestato. In particolare, la Corte di cassazione, con l’Ordinanza n. 35146 del 15.12.2023, ha precisato che la retribuzione spettante ai lavoratori durante le ferie deve comprendere anche qualsiasi indennità legata allo svolgimento delle loro mansioni. Diversamente, infatti, secondo un ragionamento seguito anche dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, si rischierebbe di dissuadere il lavoratore dal fruire dei periodi di riposo garantiti dalla legge: in altre parole, la prospettiva del dipendente di guadagnare meno durante i periodi di riposo lo potrebbe indurre a rinunciare alle ferie, compromettendo i suoi diritti alla salute e alla vita famigliare.

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