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Cambio di abbigliamento al lavoro, anche il tempo di vestizione va retribuito: dipendente vince la causa

Un dipendente ha fatto causa alla sua ex azienda perché gli venisse retribuito anche il tempo che impiegava a cambiarsi la tuta al lavoro e il giudice gli ha dato ragione. Secondo quanto stabilito da una recente sentenza del Tribunale di Milano, infatti, anche i minuti quotidianamente impiegati per la vestizione all’inizio ed alla fine del turno dal lavoratore deve essere riconosciuto economicamente dal titolare.

La sentenza

Come riportato dal Corriere della Sera, il giudice della Sezione Lavoro del foro meneghino, ha accolto il ricorso di un ex impiegato di Autogrill, affermando che “è il datore di lavoro che decide liberamente come e dove venga timbrato il cartellino e se si debba timbrare prima o dopo avere indossato la divisa che peraltro non può, nel caso di specie, che essere indossata in azienda per ragioni igieniche. Ciò basta a far ritenere fondato il diritto ad essere retribuiti per il tempo impiegato ad indossare e dismettere la divisa”.

 

Il parere dell’esperto

“In questo scenario frammentato che rende difficile un controllo da parte delle organizzazioni sindacali, un importante segno di discontinuità viene proprio da questa sentenza, che ha il pregio di aver posto un po’ di ordine in quei settori,  difficile da vigilare” ha affermato l’esperto di diritto del lavoro.

Secondo l’analisi di Caporelli Siriati, la sentenza del giudice di Milano riveste un’importanza ancora maggiore per aver “riconosciuto al ricorrente anche il diritto alla retribuzione per il tempo necessario ad organizzare il passaggio di consegne, all’inizio ed alla fine del proprio turno di lavoro”.

 

L’avvocato ha sottolineato infine come il tribunale di Milano abbia confermato per i lavoratori, anche part-time, il diritto a “una minima programmabilità del proprio tempo di lavoro, un diritto legato nel poter avere degli impegni da gestire oltre il proprio orario di lavoro.

La sentenza stabilisce, inoltre, che nel caso di turni di lavoro è “necessaria la specifica individuazione, nel programma negoziale (e, quindi, nel testo scritto del contratto), delle fasce orarie in cui la prestazione è richiesta, ed eventualmente dei periodi del mese e/o dell’anno in cui le fasce orarie predeterminate vengono distribuite”.

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